“Io Porto Più Parità” nasce per dare continuità e forza ai risultati del precedente progetto “Io Porto Parità” (DGR 1522/22), che ha portato per la prima volta il tema della parità di genere all’interno del settore portuale e logistico veneziano — un contesto in cui le donne rappresentano solo il 6% della forza lavoro e dove le questioni legate all’equità e all’inclusione sono spesso marginali.
Grazie a strumenti innovativi, linguaggi accessibili e un approccio partecipativo, il progetto ha:
- analizzato e valorizzato le figure femminili di leadership del settore,
- fatto emergere criticità e potenzialità,
- coinvolto attori diversi (imprese, scuole, enti locali),
- attivato una rete di 185 stakeholder, formalizzata in un Accordo di Rete.
Io Porto Più Parità capitalizza questi risultati e compie un salto di scala: non solo continuità, ma evoluzione sistemica.
Il “più” rappresenta:
- più profondità – con azioni più strutturate e integrate (biblioteche, tour cittadini, collaborazioni con università);
- più radicamento territoriale – dal porto di Venezia alle province di Padova, Treviso e Vicenza;
- più connessioni – coinvolgendo nuovi pubblici come padri, educatori, associazioni sportive;
- più strumenti – con output replicabili e modelli trasferibili (es. toolkit per insegnanti).
L’obiettivo è trasformare le buone pratiche sperimentate in un modello stabile e diffuso, capace di portare la cultura della parità fuori dal porto e dentro la quotidianità, influenzando scelte
educative, relazioni di lavoro, immaginari professionali e dinamiche familiari.
Il progetto risponde a bisogni ancora aperti emersi dal monitoraggio della prima fase:
- valorizzare le competenze invisibili, spesso sviluppate in contesti informali (cura, gestione familiare);
- superare condizionamenti culturali che limitano aspirazioni e percorsi professionali;
- offrire reali opportunità di empowerment, attraverso esperienze trasformative e role model positivi;
- coinvolgere attivamente gli uomini in un’ottica di co-responsabilità.
“Io Porto Più Parità” si configura quindi come un laboratorio permanente di parità, in cui si costruisce cultura, si condividono risorse e si generano alleanze per un cambiamento duraturo